Se è legittimo il diniego del rinnovo del permesso di soggiorno, a motivo della condanna per un reato di commercio di prodotti con segni falsi, non altrettanto è il contestuale diniego della carta di soggiorno come mera conseguenza del primo provvedimento.
È legittimo il diniego del rinnovo del permesso di soggiorno per attesa occupazione se lo straniero, alla scadenza del detto titolo provvisorio, non abbia dimostrato la sussistenza di un rapporto lavorativo, e sebbene abbia reperito quest’ultimo in epoca successiva.
Gli insediamenti dei nomadi al di fuori di aree di sosta attrezzate dai comuni non sono ammessi neppure in caso di inerzia o inadempienza degli enti coinvolti dalla legge nella tutela delle etnie nomadi.
La certificazione medica che attesta che la moglie è in cura presso un ospedale per diabete mellico, dalla quale non risulti che tale patologia richieda la presenza e l’assistenza del marito, non giustifica la lunga interruzione del suo soggiorno in Italia.
Il titolare della carta di soggiorno, oltre che per i motivi indicati dall’art. 9 TU, può essere espulso anche per altre ragioni, comprendenti, oltre la sicurezza dello Stato, anche fattispecie inerenti la pericolosità sociale e la presunta appartenenza ad organizzazioni di tipo mafioso.
L’accertata fittizietà del rapporto di lavoro non può da sola sorreggere il diniego del titolo di soggiorno.
È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 14, comma 5 quater, del D.Lgs. 286/98, nella parte in cui, nel configurare come delitto la condotta dello straniero che venga trovato nel territorio dello Stato dopo esserne stato espulso, non contiene la clausola «senza giustificato motivo», a differenza del precedente comma 5 ter.
È confermata la natura discriminatoria della delibera con la quale il Comune di Brescia ha inteso dare un sostegno economico – il c.d. bonus bebè – alle sole famiglie italiane o con un componente italiano, nelle quali è avvenuta una nascita nel corso del 2008.
Il risarcimento del danno non patrimoniale in favore dei familiari dello straniero deceduto a seguito di incidente non va rapportato alla concreta realtà socio economica del Paese straniero in cui i danneggiati risiedono.
Violazione degli artt. 3 e 34 della Convenzione. L’Italia è condannata alla rifusione delle spese processuali ed al ristoro del danno morale patito dal cittadino tunisino espulso verso la Tunisia nonostante la richiesta di sospensione dell’esecuzione formulata dalla Corte europea.
In una società democratica, all'interno della quale coesistono diverse religioni, è legittimo e giustificato vietare ad una ragazza di fede musulmana di praticare l'attività sportiva scolastica indossando il velo.
Non viola la CEDU la norma francese che impone di avere il capo scoperto nelle fotografie inserite nella patente di guida anche se tale obbligo contrasta con la religione Sikh i cui fedeli devono avere il capo coperto.
Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori.
Nulla osta al ricongiungimento familiare a favore di stranieri segnalati nel SIS.
Nuove disposizioni in materia di ricongiungimento familiare ai sensi dell'articolo 29 del Testo Unico Immigrazione, come modificato dal decreto legislativo n. 160 del 3 ottobre 2008. Assicurazione sanitaria.
Permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo allo straniero già titolare di carta di soggiorno.
Regolamento per la gestione dei villaggi attrezzati per le comunità nomadi nella Regione Lazio.