L’interpretazione del divieto di espulsioni collettive di stranieri posto dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo in una recente sentenza della Corte di Cassazione.

Eugenio Zaniboni
 
Abbiamo già affrontato in questa rivista il tema dei limiti posti agli Stati dal diritto internazionale in materia di espulsioni collettive di stranieri con particolare riguardo alla prassi applicativa derivante dai principali strumenti convenzionali che vincolano il nostro Paese (1). Intervenendo sul contenuto e la ratio del divieto formulato nell'art. 4 del quarto Protocollo addizionale alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo (CEDU) (2), una recente sentenza della Corte di Cassazione che ha giudicato legittimi alcuni provvedimenti di espulsione nei confronti di un gruppo di rumeni (3) ci offre l’occasione di tornare sull'argomento. La decisione in questione appare di grande momento, per vari motivi. Sottolineiamo anzitutto il prevedibile moltiplicarsi nel nostro Paese, interessato da flussi migratori che possono essere definiti, dal punto di vista della loro composizione, “misti” (mixed flows), di fattispecie simili a quelle che...
 
(…)
 
Segue nello spazio riservato agli abbonati
 
 
Contenuto completo visibile previo abbonamento
Se sei già abbonato a Immigrazione.it accedi al portale con le tue credenziali per proseguire.