Principio di non discriminazione e leggi sulla cittadinanza dei paesi baltici.

D. Liakopoulos e M. Vita

Sommario: 1. Le leggi sulla cittadinanza in Estonia; 2. (segue) L'intervento dell'Alto Commissario sulle minoranze nazionali; 3.L'intervento dell'UE; 4. Il caso della Lettonia: le leggi sulla cittadinanza; 5. Regular Reports: uno strumento di tutela giuridica imperfetta; 6. Due casi di discriminazione verso cittadini naturalizzati di origine russa; 7. Il caso della Lituania; 8. Conclusioni.

 
1. L’indipendenza dell'Estonia dall’URSS, insieme ai vantaggi derivanti dall’autodeterminazione, creò una forte avversione verso l’etnia russa, stabilitasi nel territorio sia anteriormente che successivamente all’annessione delle Repubbliche all’URSS. Tale avversione si manifestò, oltre che a livello individuale, soprattutto a livello “statale”: il Parlamento votò due leggi, una nel 1992 ed una nel 1993, separando la popolazione tra cittadini di prima classe, ossia i lettoni etnici, e cittadini di seconda classe, o meglio non-cittadini apolidi rappresentati dai russi etnici. La prima legge sulla cittadinanza fu votata ed adottata il 26/02/1992. La legge fu formulata in maniera tale da creare una continuità giuridica e politica con l’Estonia del Giugno 1940 (anno in cui il Paese fu inglobato nell’URSS), riadattando alcune delle disposizioni della Legge sulla Cittadinanza che era stata votata e approvata nel 1938. Il...
 
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