Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia.

Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione
Nota semestrale
Gennaio 2021


 

Sintesi

La Nota semestrale sul mercato del lavoro degli stranieri si configura come un aggiornamento, ai primi due trimestri del 2020, dei principali dati di scenario contenuti nel X Rapporto annuale pubblicato lo scorso luglio.

Nel II trimestre 2020 i dati mostrano un peggioramento delle condizioni occupazionali rispetto al II trimestre 2019: l’impatto della pandemia da SARS-COV-2 sull’economia italiana ha causato una netta riduzione non solo del numero degli occupati (-841 mila circa), ma anche delle persone in cerca di impiego (-650 mila circa) e pertanto un travaso dalle forze di lavoro all’inattività (+1,3 milioni).

Inoltre, si rileva una drastica diminuzione dei flussi in entrata nel lavoro dipendente e parasubordinato registrati dal Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie. Complessivamente si sono persi, tra il II trimestre 2019 e il II trimestre 2020, più di 1,4 milioni di contratti, di cui circa 260 mila relativi ai cittadini stranieri.

➢ L’andamento del mercato del lavoro

Nel II trimestre 2020 il tasso di occupazione dei lavoratori UE si attesta al 57,6%, ben 5,3 punti in meno rispetto al II trimestre 2019, pertanto al di sotto del valore registrato per gli italiani, pari al 57,7% e in calo di 1,5 punti rispetto all’anno precedente. In netto peggioramento anche il tasso di occupazione dei cittadini extracomunitari: il valore dell’ultimo trimestre disponibile, pari al 55,0%, è inferiore di 5,6 punti rispetto al dato del II trimestre 2019.

Parallelamente si riduce anche il tasso di disoccupazione della popolazione straniera. Nel II trimestre del 2020, il valore dell’indicatore si attesta al 10,6% nel caso dei cittadini UE e al 9,8% nel caso degli Extra UE, a fronte del 7,4% registrato per gli italiani. Considerando lo stesso trimestre dell’anno precedente, il tasso è in calo di 4,6 punti nel caso dei comunitari e di 4 punti nel caso degli extracomunitari, mentre nel caso degli italiani si contrae di 1,8 punti.

In sintesi, ponendo a confronto i dati del II trimestre 2019 con quelli del II trimestre 2020 si osserva:

  • una netta riduzione del numero di occupati italiani (-583 mila e 500 unità circa, pari a -2,8%), di occupati stranieri Extra UE (-190 mila e 330 unità, pari a -11,2%) ed UE (-67 mila unità, pari a -8,2%).
  • una contrazione del numero delle persone in cerca di lavoro di cittadinanza italiana di 22,6 punti percentuali, a fronte di un decremento dei disoccupati di cittadinanza comunitaria del 39,2% ed extracomunitaria del 40,0%.
  • una crescita, rispetto al II trimestre 2019, degli inattivi 15-64 anni comunitari ed extracomunitari, rispettivamente di 122 mila unità circa e di poco meno di 237 mila unità. Gli inattivi italiani crescono di 951 mila unità.

Scomponendo i dati per classe di età si rileva che:

  • la riduzione della platea degli occupati ha interessato con maggior forza gli under 24enni comunitari (-41,0% in confronto al II trimestre 2019).
  • tra i disoccupati si ravvisa una contrazione più evidente nel caso degli extracomunitari con età compresa tra i 15-24 anni (-51,9%) e superiore ai 55 anni (-47,9%).
  • con riferimento agli inattivi, l’incremento più evidente si registra tra i comunitari 45-54enni (+50,7%) e 25-34enni (+43,9%).

Il decremento del numero di occupati stranieri rilevato nel II trimestre 2020 ha interessato pressoché tutti i settori economici con qualche eccezione. I dati mostrano:

  • una netta contrazione in Attività finanziarie e assicurative (-76,8% su base tendenziale), Alberghi e ristoranti (-19,3%), Costruzioni (-13,7%), Altri servizi collettivi e personali (-13,0%).
  • in controtendenza, cresce l’occupazione dei cittadini extracomunitari in Agricoltura (+0,3%) e di tutti gli stranieri in Servizi di informazione e comunicazione (+78,9%), Amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale obbligatoria (+190,2%).

➢ La domanda di lavoro dipendente e parasubordinato

Nel II trimestre 2020 la variazione tendenziale dei rapporti di lavoro destinati agli UE è stata pari a -40,4%, -42,8% nel caso degli Extra UE e -46,1% nel caso degli italiani. Complessivamente si sono perse tra il II trimestre 2019 e il II trimestre 2020, 1.441.666 assunzioni; di queste 1.182.632 riguardano la componente nativa, 181.502 quella extracomunitaria e 77.532 quella comunitaria.

Con riferimento alle caratteristiche individuali dei lavoratori, si osserva, nel medesimo intervallo temporale, come il decremento registrato abbia avuto un impatto maggiore sulla componente femminile della forza lavoro piuttosto che maschile e sui giovani lavoratori con età inferiore ai 24 anni e con età compresa tra i 25 e i 34 anni, indipendentemente dalla cittadinanza considerata.

Anche l’articolazione settoriale delle variazioni tendenziali mostra un forte ridimensionamento della domanda di lavoro. In particolare, si rileva: nel caso dei cittadini UE, un calo più marcato in Altre attività nei Servizi (-49,6%) e nell’Industria in senso stretto (-47,2%); nel caso dei cittadini Extra UE, in Altre attività nei Servizi (-53,0%) e nell’Industria in senso stretto (-50,6%).

Il netto decremento tendenziale delle attivazioni riservate ai cittadini comunitari riguarda, in particolare, l’apprendistato (-64,6%), le tipologie classificate in altro (-56,4%) e le collaborazioni (-42.8%). Nel caso dei cittadini Extra UE si registrano tassi di crescita negativi molto più marcati sempre per l’apprendistato (-65,3%), i contratti riconducibili ad altro (-54,1%) e il tempo indeterminato (-42,7%).

Anche la somministrazione mostra un trend negativo. Rispetto al II trimestre del 2020, il numero di assunzioni è drasticamente in calo: l’andamento registrato è pari a -53,1% nel caso dei cittadini Extra UE e -50,3% nel caso degli UE. Nel complesso sono stati persi poco meno di 200 mila contratti di somministrazione, di questi circa 40 mila sono relativi alla componente straniera.

Infine, il numero di rapporti di lavoro cessati conosce un decremento tendenziale nei primi due trimestri del 2020 parallelamente alla contrazione delle attivazioni. Con riferimento al II trimestre 2020, nel caso della componente UE la diminuzione è stata del 32,6% (pari a -50.022 unità), nel caso della componente Extra UE è stata del 30,6% (pari a -100.013 unità).

 

 

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